Comune di Zogno

Nel territorio di Zogno itinerario turistico e itinerario escursionistico della Via Priula hanno alcuni tratti in comune. La variante della SS 470 in galleria ha infatti liberato parte del traffico stradale dall’abitato. Inoltre, la pista ciclopedonale, con le ultime realizzazioni si avvicina di più al centro storico che, per rilevanza di attrattive e possibilità ricettive, deve essere obbligatoriamente incluso nel tracciato. In questo caso si riesce anche a far coincidere il tracciato storico con la proposta attuale.

Tracciato Storico

«La strada proseguiva, tra lievi saliscendi, nella piana di Zogno attraversando poi il centro abitato (oggi vie Roma, Cavour, Vittorio Emanuele II, Piazza Italia e via Mazzini). Fuori da Zogno la Priula passava sotto il porticato del santuario della Madonna della Foppa, edificio che apriva le porte di Zogno a coloro che scendevano la Valle. Essa continuava con una salita impegnativa toccando le contrade Tre Fontane, con la sua chiesetta porticata, e Tiolo. In queste due località è ancora possibile notare, sopra l’attuale Strada Statale 470, la traccia dove correva la Strada nova. Verso San Pellegrino la strada saliva superando la Valle del Lavello che, come riporta anche il capitano Da Lezze nel 1596, era confine tra comune di Zogno e di San Pellegrino».

Itinerario escursionistico

Difficoltà: Turistico/Escursionista
Lunghezza percorso: 8460m
Dislivello: 320m
Tempo di percorrenza: 2:30
Note: Connessioni con trasporto pubblico: Ponti di Sedrina, Inzogno, Carmine, Zogno, Ambria/Montegrappa.
Ricettività: alimentari, bar e ristoranti, farmacia a Zogno; alimentari, ristorante a Ambria.
Altri percorsi escursionistici convergenti: Strada Taverna (tratto comune, CAI 592); Via delle Castagne a Zogno; Sentiero 504 per Poscante; Sentiero 505 per M. Zucco e S. Antonio Abbandonato; Sentiero 507A per Stabello; Sentiero 514 per Selvino; “Giro delle Campane” da Zogno
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Grotta delle Meraviglie

«Il Complesso carsico delle Grotte delle Meraviglie si apre entro il bancone calcareo di color grigio chiaro che sovrasta la provinciale per la valle Brembana in prossimità della galleria di Zogno. La formazione geologica è quella denominata “Calcare di Zù” ricca di coralli, del Retico Inferiore. Il complesso ha due accessi. Quello superiore è costituito da una stretta apertura (Büs de la Marta) situata in località Ravagnì, che consente la discesa lungo una serie di pozzi verticali, con un dislivello complessivo di 60 metri circa. L’ingresso inferiore, ubicato nel parco sovrastante la provinciale per la valle Brembana, offre in alternativa una comoda via di accesso alle grotte, lungo una galleria artificiale, scavata nella roccia, lunga 73 metri, con andamento sinuoso e in leggera salita fino a raggiungere la grotta più interna. Il complesso delle Grotte delle Meraviglie, pur nella sua modesta estensione, presenta spunti di notevole interesse sia per la comprensione delle vicende geologiche legate alla formazione della cavità, sia per i fenomeni carsici che vi sono riccamente rappresentati. Le grotte devono la loro fama alla generosità e alla tenacia di Ermenegildo Zanchi del Gruppo Grotte S. Pellegrino che ne fece una delle prime grotte turistiche d’Italia nel 1939» (https://www.comune.zogno.bg.it/citta/grotte-meraviglie/).

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Santella sulla Strada Taverna

Di semplice fattura, contiene nella nicchia, una delicata immagine della Madonna con il Bambino, con ai lati San Giorgio e San Gaetano.

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Centrale Enel di Zogno

«La nuova centrale di Zogno, che si avvaleva di un grandioso canale di derivazione di cinque chilometri era la più potente della valle in quel momento e una delle più potenti a livello provinciale. Essa infatti fu dotata di 4 gruppi di 2.000 cavalli ciascuno e di due gruppi di servizio o “eccitatori”, adibiti alla creazione del campo elettromagnetico, da 150 cavalli ciascuno. Questa centrale inviava la sua energia elettrica a Monza e in varie località della Brianza» (Aa.Vv., Il sogno Brembano, Centro storico culturale Valle Brembana, Zogno 2006, p, 158)

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Chiesa della Madonna del Carmine (sec. XVII)

Situata lungo Via Locatelli, risale all’inizio del XVII secolo su volere di Giuseppe Maffeis, donandola poi alla cittadinanza. Si mostra oggi con l’aspetto conferitole all’inizio del XX secolo con portico e campanile. La navata quadrata è coperta da tazza in opera su quattro arconi con dipinta al centro la Vergine e attorno, in quattro medaglie, i santi Lorenzo, Teresa, Simone Stock e Alessandro; nei pennacchi sono dipinti i quattro Evangelisti e sulle pareti laterali entro cartigli di stucco la Madonna consegna lo scapolare a S. Simone Stock e il Papa che ne approva la devozione. Il presbiterio a botte e catino corre attorno all’altare in marmo. Si conservano ex-voto per Grazia Ricevuta (https://www.parrocchiazogno.it/b-v-del-monte-carmelo—carmine-vecchio.html).

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Santuario di Maria Santissima del Carmine

Edificio di moderna architettura, dedicato per volontà di Mons. Giuseppe Speranza, a Maria SS.ma Regina, e realizzato negli anni 1965-66 su progetto dell’arch. Vito Sonzogni. Si rispecchia sullo sfondo della Corna Rossa fra le abitazioni della periferia di Zogno.

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Casa Museo Bortolo Belotti

Piazza Belotti 1. «La Casa Museo Bortolo Belotti è il frutto di un importante lavoro di riqualificazione degli spazi della Villa Belotti , nella logica di un percorso di fruizione delle opere che evidenzia momenti della vita dello storico zognese, nei luoghi da lui vissuti. Bortolo Belotti è stato un avvocato, un politico, un ministro, uno storico, un poeta, un esiliato. Raccontarlo significa entrare in un mondo che facciamo fatica a comprendere fino in fondo: il XX secolo con i suoi contrasti e le sue accelerazioni. Partire dalla collezione d’arte di Belotti, dal suo archivio e dal giardino della sua villa, è un modo per esplorare la vita, il pensiero, l’opera di uno dei più importanti bergamaschi dello scorso secolo. L’esposizione delle 26 opere che la famiglia ha concesso al Comune di Zogno è l’occasione per presentare la «Rete Culturale Diffusa», un progetto che vuol far conoscere in modo coeso le meraviglie di Zogno.» (https://www.comune.zogno.bg.it/aree/cultura-e-tempo-libero/musei/)

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Chiesetta dei Mortini

«Dell’antico cimitero di S.ta Maria a Zogno rimangono ancora lapidi disperse lungo la via Roma nei pressi del Convento, degli ossari che riemergono in occasione di scavi e soprattutto questa cappella denominata “Cappella dei Mortini”. Ha un portichetto alto quanto la cappella che si conclude con cornicione ad andamento curvo coperto con coppi. Presenta tre aperture di cui le laterali ad arco tutto sesto e la centrale mossa secondo uno stile di gusto ’600. Tre gradini portano a un ripiano che dà luce all’interno attraverso una finestrella dall’architrave sagomato alla maniera dell’archetto centrale munita di soglia parapetto e di inferriata con vetrata. All’interno si accede da porticciola tramontana. Il vano è rettangolare coperto da soffitto piano a pianta ellittica raccordato con pennacchi alle pareti. Conserva altare murale con tela raffigurante la Vergine, S. Antonio e le anime del Purgatorio. Tre finestrelle ovali immettono qualche raggio di luce e un campaniletto a vela regge campanella a tramontana» (https://www.parrocchiazogno.it/chiesetta-dei-mortini—via-cavour.html)

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Chiesa di San Lorenzo Martire

«Costruita sui ruderi dell’antico castello nel 1431, prendeva il posto della vecchia chiesa dell’Annunciazione di S. Maria. Nel 1458 l’edificio è già murato, sebbene non del tutto completato. I decori interni, infatti, oltre al campanile, al cimitero e allo scalone, furono realizzati in un secondo tempo. Il 10 agosto 1472 si procedette all’inaugurazione. Ulteriori trasformazioni e restauri operati nel corso dei secoli la porteranno poi ad assumere l’aspetto attuale. Sul campanile si trova la statua di S. Lorenzo, opera dello scultore Francesco Albera di Milano che eseguì anche le statue dei dodici apostoli poste all’interno. Oltre alle decorazioni neoclassiche, l’interno racchiude numerosi dipinti e opere di nomi famosi, tra cui si ricordano Vincenzo Angelo Orelli, Palma il Vecchio, Enrico Albricci, Cavagna e Rillosi. Di particolare valore anche i quindici Misteri del S. Rosario ritenuti sino ad ora di Francesco Zucco. Una moderna vasca battesimale in bronzo, il leggio del presbiterio e l’altare comunitario sono opere dello scultore con-temporaneo Alberto Meli. Il coro è dell’abilissimo artista zognese Giuseppe Lazzaroni.» (https://www.comune.zogno.bg.it/citta/edifici/san-lorenzo)

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Museo della Vicaria o di S.Lorenzo

Via XI Febbraio 9. «Il Museo di S. Lorenzo viene fondato nel 1985 da Mons. Giulio Gabanelli e da un gruppo di cultori di storia locale. Disposto su tre piani in un edificio di proprietà della Parrocchia, raccoglie materiale relativo alle varie fasi della religiosità popolare zognese nel corso dei secoli. Si tratta di affreschi, quadri, sculture, crocefissi, calici, pissidi, ostensori, candelabri, baldacchini, paramenti, indumenti sacri, pizzi e ricami, mobili, libretti di preghiere, immaginette e tanti altri oggetti devozionali di grande valore artistico e storico. Nel cortiletto esterno sono esposte sculture e manufatti in pietra. La visita del museo segue un percorso ben preciso, studiato per consentire una maggiore comprensione di quanto raccontato.» (https://www.comune.zogno.bg.it/aree/cultura-e-tempo-libero/musei/)

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Museo della Valle

Via Mazzini 3. «Si tratta di un museo etnografico e archeologico fondato nel 1979 dal Comm. Vittorio Polli in collaborazione con un gruppo di amici protagonisti della cultura vallare bergamasca. La sede è la Casa del Cardinal Furietti, disposta su due piani in via Mazzini, e la raccolta è costituita da un lato da reperti archeologici di notevole importanza, preziose testimonianze della vita nella nostra Valle in tempi remotissimi, e dall’altro da oggetti di epoche più recenti. Il ritrovamento di tale materiale risale al 1975, quando Onorato Pesenti scopre nella Buca di S. Andrea, nei pressi delle Grotte delle Meraviglie, numerosi resti di sepolture collettive (veri e propri ossari, corredi funerari, oggetti d’ornamento, ecc.) relativi ad un arco di tempo che partiva dalla metà del III millennio fino al XIX secolo a.C.. Per quanto riguarda i tempi a noi più vicini, invece, il museo raccoglie attrezzi degli antichi mestieri (fabbro, maniscalco, arrotino, tessitrice, fabbricante di zoccoli e di chiodi, contadino ecc….), oggetti d’uso domestico, arredi, indumenti e pizzi, antichi divertimenti (roulette paesana e baracca dei burattini) che permettono al visitatore di ricostruire le immagini di vita dei propri antenati.» (https://www.comune.zogno.bg.it/aree/cultura-e-tempo-libero/musei/)

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Casa rustica in Via Mazzini

Tipicamente bergamasca, con muri in sasso disposti a spina di pesce, finestre ad arco di mattoni, scala esterna, tracce della balconata in legno, gronda e tetto in struttura lignea. Epoca di costruzione: sec. XV.

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Chiesa della Foppa o della Natività di Maria Vergine (sec. XVI)

La chiesa della Natività di Maria Vergine, costituisce, col suo porticato sulla Strada Priula un’autentica porta che immetteva in paese. Il porticato, a pianta rettangolare, s’innalza su quattro archi paralleli poggianti su otto capitelli a mensola in pietra, culminante nella volta a crociera con un affresco. La navata, ariosa e bene illuminata, è a pianta rettangolare coperta da voltino a quattro vele con due strombature di raccordo alla volta per dare luce con le finestre aperte sull’interno. Il presbiterio, a cui si accede con cinque gradini in pietra locale, é a pianta quadrata e si collega a mezzo apertura ad arco alla navata ed è coperto da voltino piano sorretto da sette eleganti mensoloni. L’altare è addossato alla parete con ancona, affiancata da colonne, che accoglie sotto il vetro un affresco ’400 raffigurante la Beata Vergine che allatta il Bambino mentre viene incoronata da due angeli. Ai lati dell’altare, in due tempietti a muro, vengono custodite le SS. Reliquie e nel palliotto dell’altare viene raffigurata la natività della Vergine in un bassorilievo in legno. Sulle pareti del presbiterio ci sono le tele a olio con le immagini di S. Carlo Borromeo e di S. Lorenzo Martire datate 1756, mentre sulle pareti della navata, a mattina, c’è la tela di S. Michele Arcangelo in atto di uccidere il drago; a mezzodì, sopra la porta principale d’ingresso, c’è la tela della Beata Vergine che protegge i fedeli, a sera troviamo la tela del Padre eterno in atto di creare la Vergine con ai lati, in cornice dorata, la natività di Maria Vergine e la deposizione. La posizione dell’Oratorio è strettamente collegata all’evoluzione della viabilità di Zogno e della Valbrembana, prima al passaggio della strada Priula sotto il porticato, e poi al passaggio della strada Regia che gli Austriaci, nel 1819, hanno trasferito a nord addossandola alla sagrestia e alla chiesa stessa». (https://www.parrocchiazogno.it/nativitagrave-di-maria—foppa1.html)

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Tre Fontane, chiesa della Madonna della Neve

«Il 5 agosto, soprattutto nel passato, vi si celebrava la festa della Madonna della Neve con concorso di popolo. Pellegrini venivano da molte località della Diocesi, favoriti dal passaggio della Strada Priula, attratti dall’acqua prodigiosa che vi scaturiva. Chiesa, portico, campanile e sagrestia, sono addossati al monte e guardano al fiume Brembo, rialzati sopra la strada statale di pochi metri. (…) Sulla facciata, sotto il portico, campeggia l’immagine settecentesca, anche se rifatta chissà quante volte, della Madonna della Neve. All’interno una sola navata divisa in lesene dipinte a stucco. Sporge tuttora il pulpito in legno policromo e dorato sul lato sinistro nell’imminenza del presbiterio. Il quale presbiterio è racchiuso da balaustre e coperto a botte e a catino. Attorno all’altare c’è un coretto al cui centro si erge, entro ancona di stucco e cornice dorata, la piccola pala della Beata Vergine con il Bambino in braccio datata 1668. Nell’ancona del presbiterio vi si legge la data 1701. Ai lati del presbiterio ci sono quattro ovali raffiguranti, a sinistra, S. Lorenzo e la Presentazione al tempio di Maria Vergine, a destra S. Bartolomeo e l’Annunciazione. Sopra il banco dei parati si apre una nicchiola con le sante reliquie raccolte in cofano ligneo dorato settecentesco. Lungo la navata, due tele bassanesche raffigurano la natività di Gesù, vicino al pulpito e la natività della Vergine di fronte, mentre verso l’entrata due ovali con l’Annunciazione e la Visitazione di Maria Vergine. Gli stucchi del volto e del catino si devono considerare tra i migliori del Settecento brembano. Alla sommità del volto fanno bella figura di sè: l’Immacolata e S. Lorenzo inseriti in due medaglioni». (https://www.parrocchiazogno.it/madonna-della-neve—trefontane.html). Da annotare infine la casa da nobile posta all’uscita dal nucleo di Tre Fontane con finestre bifore e balconcino in ferro battuto.

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Contrada Angelini

Modesto nucleo storico annunciato da un passaggio sottoportico dove è apposta una lapide araldica (A.A. con una figura alta e cinque stelle), e dove compaiono ancora numerazioni civiche di vecchia data. Da notare anche una fonte con vasca circolare in pietra.

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Ambria. Museo del Soldato

«Nell’ex stazione ferroviaria di Ambria ha sede il Museo del Soldato, allestito a cura del Gruppo Alpini di Zogno. L’esposizione è eterogenea: armi, divise, distintivi, fotografie, lettere dal fronte, libri. Il fiore all’occhiello sono gli attestati con Croce di guerra dei reduci zognesi di tutte le guerre. Il Museo è dotato anche di una biblioteca con più di 300 libri di argomento militare, collezioni fotografiche, diari di memorie della guerra.» (http://www.pesentigiuseppe.it/una-terra-da-scoprire.html)

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Sentiero per Spino al Brembo

Tradizionale collegamento pedonale ‘piano-monte’ con andamento a rampe selciate a lunghi gradoni per muli e pedoni, ancora ben conservato, con alcuni tratti rifatti. Da annotare anche l’esemplare composizione del paesaggio circostante, simile a un giardino campestre con prati curatissimi, piante da frutto. A uno svolto, una casa rivela un affresco della Madonna, di epoca relativamente recente.

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Spino al Brembo. Chiesa di Sant’Alessandro martire e cappella

Di origine antica – forse risalente al X secolo – fu rifatta nel 1645. All’ingresso del portico vi sono due figure ad affresco, protette da un vetro, di cui una è San Sebastiano. All’interno tre altari: a destra, intitolato alla Madonna, ornato da una statua dell’ Annunziata, dono di Francesco Rizzo da Santa Croce agli spinesi nel 1504, come gesto di pace fatta tra la popolazione dei due contadi; a sinistra quello consacrato alla Madonna del Rosario. La “sagra di ottobre”, alquanto partecipata, si celebra la IV domenica del mese, e coincide con la ricorrenza delle S.S. Reliquie, istituita nel 1630, per un voto contro la peste. A loro memoria delle vittime, in località “Piazzuoli”, si trova una piccola chiesa con un Crocifisso e un dipinto di San Sebastiano. La cappella del cimitero mostra un affresco del Crocifisso.