La Via del Ferro, a questo punto, divalla a Ornica, ne attraversa il ricco centro storico e, per la frazione Sirta, risale il versante del Pizzo del Rocco per raggiungere il Colle Dudello (alt. 1337) e affacciarsi alla meta terminale di Valtorta. Anche in questo caso massima prevalenza di sentiero e brevi tratti di viabilità comunale nell’abitato di Ornica
Tracciato Storico
Itinerario escursionistico
Difficoltà:La Via F.lli Calvi è la strada maestra che attraversa in piano il cuore dell’antico borgo di Ornica, raccolto alla confluenza delle valli dell’Inferno e Salmurano, al piede della lunga costiera che si stacca dal crinale orobico. La struttura raccolta del borgo si lega sia ad esigenze difensive sia di risparmio dei terreni favorevoli all’agricoltura, giocoforza concentrati nei siti meno acclivi. Le case si sviluppano in altezza, quasi a formare un unico corpo edilizio che raccoglie e nasconde il dedalo di viuzze, slarghi, scalinate e portici che si snoda al suo interno (dalla bacheca dei Sentieri del Comune di Ornica).
Antico ponte in pietra restaurato a due archi a tutto sesto di differente ampiezza con spallette laterali e pavimentazione selciata. Si trova lungo il tradizionale percorso per Cusio.
Caratteristico passaggio coperto, originario del XV secolo, un tempo adibito al sepolcro dei ceti poveri e primitivo accesso fortificato al borgo, ove si conservano i resti degli affreschi che un tempo ne rivestivano le pareti interne. Oggi rimane un’unica parte, molto rovinata, raffigurante la Madonna in trono che allatta il bambino, tipica della prima metà del 1500.
La piazza del Rastèl, o del rastrello, strumento di lavoro contadino usato nei prati, era uno slargo lungo la via storica di Ornica, tra antiche case, incroci e ripartenze di viottoli e scalette, un punto nodale della viabilità locale. Il nome, secondo la tradizione popolare, vorrebbe significare che in questo luogo, come i denti di un pettine o un rastrello, le stradine laterali verticali confluiscono sulla via principale, le persone si incontravano, si fermavano a parlare, si riunivano soprattutto gli uomini, alla locanda Ruffoni, “dalla Letizia”, dal nome dell’antica proprietaria dell’osteria, della panetteria e della pasticceria, che ha diffuso in valle la sua buona tradizione. Ecco il ritrovarsi insieme in piazza e nel tempo libero, nell’andare e venire, nel divertirsi all’osteria, dava l’idea del fieno raccolto dal rastrello del contadino. Rastèl è anche un termine che nel dialetto sta indicare il luogo di raccolta del fieno o foraggio. E si dice che in questo luogo un tempo vi fosse un cascinale, una “tegìa”, dove si raccoglieva il fieno per le mucche per l’inverno. Oggi sulla piazza si possono ammirare alcune antiche costruzioni con i bei segni di balconi e portali in serizzo lavorato e scalpellato ed un’antica casa con un bel portale chiodato e borchiato, significativi segni di un’architettura semplice, ma ricca di soluzioni tecniche e decorative.
In questa piccola piazza, la comunità di Ornica ha voluto ricordare i due fratelli Carlo e Luigi Calvi, morti per la Patria nella Grande guerra, epigono di un’importante famiglia locale. Erano figli di Pietro e di Teresa Calvi. Pietro (1852-1921), maestro elementare ad Olmo, Averara e per 16 anni a Valtorta, era stato per 20 anni il sindaco di Ornica e poneva grande speranza nei figli. Luigi era studente del secondo corso di scuola superiore e sognava di diventare maestro come il papà, quando nel 1912 fu chiamato le armi e prende parte, con il grado di tenente, alla guerra di Libia, da cui ritorna nel 1913. Allo scoppio della Grande guerra, Carlo e Luigi vengono richiamati. Carlo, nelle valli friulani, in un duro combattimento il 7 dicembre 1915 viene mortalmente ferito. Il fratello Luigi, tenente alpino, il 23 agosto 1917 morirà sulla Bainsizza in un assalto al nemico, lui, comandante, esempio davanti ai suoi soldati. Per questo verrà insignito di medaglia d’argento al valor militare. Esempi di dedizione e di sacrificio per la Patria da parte della comunità di Ornica. (scheda Le Terre dei Baschenis). La dimora, civico 80, che campeggia sulla piazza riporta lo stemma dei Calvi e un affresco con la Madonna e il bambino e santi.
Chiesa parrocchiale di S. Ambrogio Vescovo. I primi cenni all’esistenza di una chiesa ad Ornica risalgono al secolo 14º, quando nel luogo dove sorge l’edificio attuale fu eretta una piccola cappella dedicata a Sant’Ambrogio, governata da un cappellano. La chiesa era soggetta alla pieve di Santa Brigida, dalla quale si staccò nel 1456, diventando parrocchia autonoma garantita da una rendita per il sostentamento del parroco, a carico della popolazione. Gli atti della visita pastorale di San Carlo del 1566 ci forniscono alcune indicazioni su questa chiesa: aveva cinque altari, di cui quello maggiore era consacrato e ornato da una bella pala (si tratta probabilmente del polittico di Sant’Ambrogio), inoltre era corredata di una minuscola sagrestia, di un campanile con due campane. Di questa chiesa, che era assai piccola, rimane oggi solo il presbiterio che corrisponde all’attuale sagrestia, con la volta a crociera affrescata da Angelo Baschenis. L’edificio attuale, in stile tardo barocco, con la navata croce latina divisa in tre campate e con la volta ad arco ribassato, fu costruito nella prima metà del Settecento per iniziativa di Don Giacomo Pesenti che vi investì gran parte del suo patrimonio privato. Vanto della chiesa è il polittico di Sant’Ambrogio, opera cinquecentesca attribuita a un pittore della scuola di Cima da Conegliano. Il politico è racchiuso nella sua cornice originale, pregevolmente intagliata e dorata, e si suddivide in quattro registri comprendenti ben 14 tavole (scheda Le Terre dei Baschenis).
Dallo Stradone, o “Stradù”, per via della sua importanza nel contesto dell’antica viabilità comunale come principale collegamento con Valtorta, si gode un’ampia veduta delle belle radure prative e pascolive che sovrastano il centro storico e compongono il paesaggio della bassa Valle dell’Inferno.
Tradizionale varco nei collegamenti storici fra Ornica e Valtorta posto a un’altitudine di 1348 metri. Ampio panorama sulla conca di Valtorta e la dorsale orobico-lecchese.
Molti edifici di Via Fratelli Calvi presentano portali robusti e ornati. Alcuni edifici mantengono i riflessi dell’importante passato dei loro proprietari: il caso del palazzo dei Gualteroni (civico 31) la cui storia si identifica con quello del paese stesso. La casa presenta il segno di un rifacimento ottocentesco, con portale in pietra e finestre impreziositi da decorazioni floreali. Al centro della facciata si trova l’affresco di Sant’Ambrogio, patrono del paese, eseguito nel 1817.