Comune di Mezzoldo

Nel territorio comunale di Mezzoldo, a partire dal cimitero, il tracciato storico e quello escursionistico coincidono e proseguono senza soluzione di continuità fino a Passo San Marco, confine con la Provincia di Sondrio. Il tratto iniziale dalla Val di Sera al cimitero di Mezzoldo è invece ancora studiato lungo il sentiero della Via del Ferro. Sotto il profilo escursionistico si tratta del segmento più impegnativo per distanza (12.2 km) e dislivello (1370 m).

Tracciato Storico

«Se l’antico sentiero arrivava alla Chiesa Parrocchiale dall’alto, la Priula invece toccava il cimitero per salire dal basso. Da qui si arrampicava attraversando l’abitato di Mezzoldo dove nel 1706 fu costruito un grande palazzo adibito alla riscossione dei 4 o 5 soldi per soma destinati alla manutenzione della strada per San Marco. Da questo paese, la Priula, percorribile ancora oggi quasi interamente sul tracciato originario fino al passo San Marco, trasformato in parte solo recentemente per ammodernare il selciato. In alcuni tratti essa interseca la Strada Statale 470 costruita nel 1966 per collegare la Valle Brembana alla Valtellina. La Priula giungeva alla località Ponte dell’Acqua (1272 metri) dopo circa un’ora di cammino da Mezzoldo. Qui si inerpicava attraverso diversi tornanti in una pineta fino a uscirne in vista della località Ancogno a quota 1657 metri. Qui oggi ci sono alcune baite che ospitano i mandriani durante i mesi estivi d’alpeggio. Lasciate alle spalle le case di Ancogno dopo circa mezz’ora di cammino si arrivava alla casa cantoniera, sosta voluta dal Priuli per ristorare e offrire alloggio ai viandanti dopo la salita, molto impegnativa da entrambi i lati, bergamasco e valtellinese. Ancora circa mezz’ora di cammino e si era al passo San Marco, a 1985 metri di quota, confine ultimo tra la Serenissima Repubblica di Venezia e la Repubblica delle Tre Leghe».

Itinerario escursionistico

Difficoltà: Turistico
Lunghezza percorso: 12200m
Dislivello: 1370m
Tempo di percorrenza: 5
Note: Connessioni con trasporto pubblico: Mezzoldo.
Ricettività: bar, ristoranti, alberghi e alimentari a Mezzoldo, Ponte dell’Acqua, Rifugio S. Marco 2000 e Ca’ San Marco.
Altri percorsi escursionistici convergenti: Sentiero CAI 135 da Ponte dell’Acqua per Gambetta; Sentiero CAI 115 per Passo San Simone; Sentiero CAI 113 da Ancogno a Gambetta; Sentiero CAI 110 per Valmora (Via Mercatorum); Sentiero CAI 101 da Rifugio Ca’ San Marco per Passo di Verrobbio e per Forcella Rossa; Sentieri Alto Brembo a Mezzoldo e a Ca’ San Marco.
ME1

Chiesa parrocchiale di San Giovanni

La chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista è stata costruita alla fine del 1400. Custodisce un altare ligneo e un pulpito attribuiti ai famosi intarsiatori Rovelli, e una preziosa pala di Lattanzio da Rimini di inizio 1500 realizzata in tempera su tavola, raffigurante il Santo a cui è titolata la chiesa tra San Giovanni Evangelista e San Pietro. Dall’ampio e verdissimo sagrato si gode una splendida vista del Monte Torcole e della valle verso Piazzatorre. (https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/chiesa-parrocchiale-e-chiesa-di-san-rocco)

ME2

Oratorio di San Rocco

La chiesa di San Rocco è stata costruita in onore del santo dalla popolazione di Mezzoldo durante la peste del 1630. Recentemente restaurata, custodisce al suo interno una nicchia rappresentante l’apparizione della Madonna di Lourdes.

ME3

Ex-Dogana Veneta

La Dogana Veneta, sulla cui facciata è ben visibile il fregio della Serenissima, è un edificio di origine medievale riconvertito a dogana dalla Repubblica di Venezia all’inizio del 1700 per richiedere un dazio, non obbligatorio, ai viandanti che transitavano attraverso il valico di San Marco. Attualmente ospita delle residenze private. (https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/centro-storico-di-mezzoldo-AnM3JHpu8w-it)

ME4

Centro storico di Mezzoldo

In quanto ultimo nucleo abitato della valle, sin dalla costruzione della strada Priula, Mezzoldo è sempre stato un importante punto logistico a servizio della stessa. Testimonianze storiche riportano che Martin Lutero, recandosi a Roma, transitò proprio sulla via Priula soggiornando a Mezzoldo e celebrandovi una messa. I portici di Ca’ Bereri (che con Ca’ Maisetti rappresenta uno dei due nuclei storici di origine medioevale) fungevano da antico ristoro per i viandanti. E’ ancora presente un antico portale, forse un tempo ingresso di una locanda, sulla quale è chiaramente leggibile l’incisione “Ostium non Hostium”. Dipinta sull’angolo di un’abitazione alle spalle del portico fa mostra di sé un’antica meridiana. (https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/centro-storico-di-mezzoldo-AnM3JHpu8w-it)

ME5

Tratto originario della Priula con cippi stradali

A monte di Mezzoldo, nel tratto verso la Casera Ancogno e in quello oltre Ca’ San Marco, la Priula mostra ancora diversi tratti di pavimentazione originaria e altri dovuti ai vari rifacimenti successivi, fra cui quello austriaco della prima metà del XIX secolo. Si notano, lungo il percorso, diversi cippi chilometrici riferibili proprio a questo periodo o appena successivo, quando la strada fu dichiarata ‘nazionale’. Misura la distanza da Bergamo. Durante la dominazione austriaca vi furono progetti per ripristinare il vecchio percorso. In particolare, la via per il Passo S. Marco fu in competizione con la via per il Passo dell’Aprica e con quella del Lago di Como quando si trattò di scegliere la migliore (e più economica) via di comunicazione diretta fra Milano e Vienna attraverso le Alpi Retiche. Alla fine la scelta cadde sulla via del lago, progettata dall’ingegner Donegani nel 1832, ma anche la via di S.Marco, sul finire del secolo, fu per buona parte ritracciata. Qui, infatti, la sezione della strada è molto più ampia di una semplice mulattiera, anche se la vegetazione tende a nascondere la sua larghezza.

ME5bis

Casera Ancogno

È il solo alpeggio d’alta quota toccato dal percorso della Priula sul versante bergamasco. I due semplici edifici, distanti qualche centinaio di metri l’uno dall’altro con relativo basso stallaggio, recano il nome di Vaga (cioè in ombra) e Soliva (cioè al sole). Vi si pratica tuttora la transumanza estiva del bestiame sui pascoli attigui e risulta citato come Casa d’Ancogno nelle mappe ottocentesche.

ME6

Ca’ San Marco

Oltre alla strada il Priuli costruì, poco sotto il valico, una casa che serviva da rifugio per i viandanti e da cantoniera per la manutenzione del percorso. Da Mezzoldo ad Albaredo si doveva infatti affrontare una traversata di circa sette ore (che erano il doppio in caso di una carovana di muli) senza incontrare punti di appoggio. La Ca’ San Marco fu iniziata nel 1593 e terminata nell’estate del 1594. Disponeva di tre stalle, di un locale a osteria e di cinque stanze adibite a vari usi, fra cui una collettiva per i viandanti. Non fu sempre abitata. Era difficile trovare i custodi che per magri compensi accettassero di trascorrere lunghi e penosi inverni a quelle altezze. Fu rovinata dalle stradine e in seguito ricostruita fino ad assumere l’aspetto attuale con l’evidenza del leone di San Marco in facciata assieme a varie lapidi dedicatorie.

ME7

Monumento sul Passo San Marco

Fra i molti valichi della catena orobica, il passo San Marco con la sua minore altezza consentiva transiti relativamente più agevoli fra il bacino dell’alta Val Brembana e Morbegno, importante nodo di smistamento dei commerci verso l’alta Valtellina da una parte e i valichi del Chiavennasco dall’altro. Lungo il crinale correva, fino al XVIII secolo il confine fra la Repubblica di Venezia e i Grigioni. Dal passo la visuale sulla Valtellina si apre di circa 90°. A destra, dietro un contrafforte del Pizzo delle Segade, si scorgono il Pizzo d’Orta (alt. 2183), il M. Fioraro (alt. 2431) e, dietro, il M. Pedena (alt. 2399); a sinistra, la lunga dorsale che dal Cimetto (alt. 2099) scende verso la Valle del Bitto di cui si intravedono, in basso, sia il Dosso della Motta, sul cui versante scende la Priula, sia, più lontano, Albaredo. L’orizzonte, oltre la Valtellina, è delineato dal gruppo del Ligoncio (alt. 3033) e, più lontano, dalla testata della Val Masino, dalla piramide del P.zo Badile (alt. 3307) e dalla cima del Monte Disgrazia (alt. 3678). Un alto monumento in pietra a secco, in forma di piramide tronca a quattro lati, sormontato da un’aquila in gesso, è posto sul punto di valico, raggiunto anche dalla rotabile transvalliva. Si segnalano infine, lungo il crinale orobico, alcune postazioni della Linea Cadorna, realizzata a difesa dei confini nazionali nel 1917.