Comune di Camerata Cornello

Nel tronco all’interno del comune di Camerata Cornello l’itinerario riavvicina il percorso storico della Strada Priula lungo la sponda destra del Brembo. Dopo aver disceso la rampa acciottolata di Cornello (raccordo con la Via Mercatorum alla sottostante rotatoria), percorre sostanzialmente il fondovalle, parte sulla pista ciclopedonale, parte sulla provinciale 29 bis.

Tracciato Storico

«Da Cornello discendeva con una pendenza notevole fino alla contrada di Orbrembo. La strada nova invece, interamente scavata nella roccia, dopo un grande ponte a due arcate sulla valle dei Mulini, scavalcava Cornello, proseguendo in fregio al Brembo per una via abbastanza piana anche se tortuosa. L’aggiramento di Cornello fu il motivo principale per il quale questo stupendo borgo medievale ha conservato intatto fino ai nostri giorni il suo antico splendore. Nel tratto successivo, a Orbrembo, il Priuli compì un’altra opera ammirabile. La vecchia strada della Valle saliva a un’altezza di cinquanta metri e riscendeva lungo uno sperone di roccia posto dove la Valle Parina si immette nel fiume Brembo. La strada nova invece aggira questo costone con un muro a secco agganciato alla roccia e sospeso sul fiume. Probabilmente era questo il luogo chiamato anche dal Da Lezze la Gocchia (oggi la Goggia), punto di difficile transito dove il fiume si chiudeva in un pericoloso orrido».

Itinerario escursionistico

Difficoltà: Turistico
Lunghezza percorso: 3580m
Dislivello: 70m
Tempo di percorrenza: 1 ora
Note: onnessioni con trasporto pubblico: Orbrembo, Pontesecco.
Ricettività: ristoranti a Cornello e a Pontesecco.
Altri percorsi escursionistici convergenti: a San Giovanni Bianco: per Costa San Gallo; per Monte Molinasco e Pizzo Grande. A Oneta per Sentino, Pianca.
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Cornello

Cornello è un borgo di origine medievale che ha legato il suo nome all’antica famiglia Tasso, nota in tutto il mondo per le doti poetiche di Torquato Tasso e per l’abilità imprenditoriale di alcuni suoi esponenti che, a partire dal Cinquecento, gestirono le poste imperiali degli Asburgo.
Il borgo di Cornello in epoca medievale fu un importante centro di scambi commerciali e di passaggio di persone e merci grazie alla presenza della via Mercatorum, la via dei mercanti, che collegava Bergamo alla Valtellina e univa alcuni tra i centri più importanti della Valle Brembana.
A partire dal 1592 il borgo si trovò isolato. Questo fu dovuto alla costruzione di una nuova strada, la Strada Priula, voluta dal governo veneziano per collegare in modo diretto Bergamo alla Valtellina senza passare per i territori spagnoli. La nuova strada, infatti, passava lungo il fondovalle separando il borgo dalla nuova viabilità. Fu l’inizio di un lungo periodo di decadenza per Cornello. L’isolamento del borgo però favorì la conservazione della sua struttura urbanistica originaria che, salvo alcuni rimaneggiamenti della seconda metà del Novecento, appare ancora oggi nella sua fisionomia medievale, requisito che ha permesso a Cornello di essere inserito tra “I Borghi più belli d’Italia”.

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Antica dimora dei Tasso

Nella parte meridionale dell’abitato si trovano le rovine della più antica dimora della Famiglia Tasso, anche se il gruppo famigliare aveva altre residenze a Cornello, come il palazzo che sorge nella piazza del borgo, che presenta, affrescato sulla parete principale, lo stemma della famiglia. Tra il 1986 e il 1989 la Provincia di Bergamo attuò un’opera di recupero del sito e, durante i lavori, emerse un’abbondante quantità di frammenti ceramici del Quattrocento e secoli successivi. Le rovine fanno parte del Polo Culturale ‘Mercatorum e Priula – vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino’ https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/rovine-dimora-dei-tasso

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Chiesa dei santi Cornelio e Cipriano

La chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano sorge nel punto più alto del borgo e lo sovrasta con il suo campanile pendente che termina con una cella a quattro bifore romaniche (uno dei pochi esempi in Valle Brembana). La chiesa, così come oggi appare, è quasi certamente il risultato della radicale trasformazione di un precedente edificio che doveva esistere già intorno ai secoli XII-XIII, e di cui sono rimaste poche tracce. Subì radicali trasformazioni durante il Quattrocento quando fu decorata da affreschi che riempiono le pareti, alcuni di essi sono databili al 1475. La facciata della chiesa è semplice ed ha un impianto in pietra squadrata con un ampio portale ad arco acuto; l’interno è a una navata divisa in tre campate da due archi a sesto acuto in pietra che sostengono le travi e le assi a vista del tetto a campana. La creazione e la gestione della chiesa fu legata alla presenza, in paese, della famiglia Tasso che la sostenne economicamente. La presenza della famiglia Tasso è riscontrabile in molti elementi della Chiesa come l’altare privato a destra dell’ingresso e la presenza di due affreschi dedicati a Santa Caterina D’Alessandria, patrona dei corrieri postali. La chiesa fa parte del Polo Culturale ‘Mercatorum e Priula – vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino’ https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/chiesa-santi-cornelio-e-cipriano

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Strada porticata di Cornello

Il percorso della via Mercatorum di Cornello era caratterizzato dalla presenza di una strada porticata, in cui, fino all’arrivo dei Veneziani nella bergamasca, si svolse l’unico mercato della Valle Brembana. La possibilità di ‘fare mercato’, diede a Cornello una grande importanza: il mercato era un luogo in cui si valutavano le derrate da vendere e da acquistare; dove si stabilivano i nessi tra le risorse, le tecniche e i bisogni e dove circolavano idee e novità. La Via Mercatorum fa parte del Polo Culturale ‘Mercatorum e Priula – vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino’ https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/la-strada-porticata

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Museo dei Tasso e della Storia Postale

È stato fondato nel 1991, in due edifici storici del borgo medievale di Cornello. Il Museo è articolato in quattro spazi espositivi, ognuno dei quali sviluppa e approfondisce la storia postale e la storia della famiglia Tasso. Qui sono conservati numerosi documenti legati alla loro attività nella gestione dei servizi postali e, in generale alla storia postale, tra cui una lettera del 1840 affrancata con il primo francobollo emesso al mondo, il famoso Penny Black. Il museo fa parte del Polo Culturale ‘Mercatorum e Priula – vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino’.
https://www.visitbrembo.it/it/dove-andare/poi/museo-dei-tasso-e-della-storia-postale

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Oratorio di Darco

Ubicato lungo la strada di valle (ex-Priula) in un punto particolarmente ridossato al fiume Brembo, è una piccola costruzione ad aula unica incastonata nella roccia, sulla sinistra della carreggiata.

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La Goggia

Secondo gli storici questo luogo e l’antico limite amministrativo fra la bassa e l’alta Val Brembana. Il termine significa ‘guglia’, ‘ago di roccia’ e sottolinea la presenza di uno stretto e pericoloso passaggio. In effetti questo era un varco obbligato per tutti i transiti che, a ventaglio, dai valichi orobici discendevano i molti rami in cui si divide il Brembo seguendo poi da Lenna la via della valle principale. «La Goggia segnava il confine simbolico tra l’Alta Valle Brembana, che già dal 1333 si gestiva autonomamente con propri statuti, e la Bassa Valle Brembana. Anche se i lavori per l’ampliamento della carreggiata hanno sventrato questo sperone di roccia lasciando solo una curva a gomito, chi risale lungo la Valle dopo Camerata Cornello riesce ancora a percepire lo stacco geografico tra le due realtà territoriali. Vi sono però due scuole di pensiero che non attribuiscono il toponimo Goggia al restringimento della Valle nei pressi del bivio tra la Val Parina e il Brembo: alcuni sostengono che la Goggia sia l’antica galleria che venne scavata nel conglomerato appena dopo la Chiesetta del Santo lungo la Priula, punto molto pericoloso e stretto. In questo caso però non si giustifica il fatto che già dal 1261 si ritrovi il toponimo Agugya. Altri ritengono che la Goggia sia da individuare nella nuda roccia a forma di ago (con tanto di cruna) ancora oggi visibile nel fondo della Valle Parina».