Situata a est del centro del paese, questa affascinante casctata scende a grandi balzi fino alla confluenza con il fiume Brembo, con un dislivello di circa 250 metri. Durante le feste patronali o le celebrazioni locali, la casctata viene illuminata creando un’atmosfera magica e suggestiva che attira visitatori e turisti. Un’esperienza imperdibile per chi desidera scoprire la bellezza del paese anche di notte.
La maestosa cascata Borleggia, conosciuta anche come cascata di Branzi, offre uno spettacolo naturale di straordinaria potenza. Con un salto di ben 250 metri, l’acqua si getta impetuosa tra una fitta vegetazione, spezzandosi contro grandi rocce scure. Il fragore è assordante, e gli spruzzi d’acqua arrivano a lambire persino le case più vicine. Il punto ideale per ammirare tutta la sua imponenza è un antico ponticello, che attraversa proprio il tratto di torrente nato alla base della cascata. Da qui, è possibile sistemare un treppiede e fotografare l’intero salto d’acqua senza interferenze visive di edifici o abitazioni.
L’attuale ponte, opera dall’ing. Calvi Natale ha sostituito l’originario in legno, andato distrutto dalla piena del fiume Brembo del settembre 1888. Quest’opera è stata interamente restaurata e messa in sicurezza nel 1998 dalla ditta Curti Gianluigi, ma il progetto e l’idea complessiva rimandano all’antico manufatto, caratterizzato da un uso innovativo del calcestruzzo, all’epoca una novità importante. La struttura si distingue per la sua eleganza, che evoca in piccolo i grandi ponti delle principali città europee e americane, famosi in quegli anni per la loro audace ingegneria.
La chiesa di San Sebastiano, situata in via Cagnoli, è probabilmente la più antica testimonianza di architettura religiosa a Branzi, risalente con ogni probabilità alla fine del XV secolo. La sua struttura richiama quella originaria della cappella di San Rocco prima delle modifiche apportate nel Settecento: l’oratorio esterno si presenta semplice e privo di decorazioni. All’interno, sulla parete di fondo, si trova un affresco datato 1631 che raffigura una donna con un bambino, adornato con una collana di corallo, tra le figure dei santi Sebastiano e Rocco.
La piccola chiesa, preceduta da un sagrato pavimentato a ciottoli, presenta la facciata con al centro il portale in pietra, affiancato da due finestre, anche esse contornate in pietra. Dotate di inferriate e sovrastate dalle immagini di San Giuseppe e San Bartolomeo, sono collocate entro due nicchie con decorazioni a conchiglia. Sopra l’ingresso, un’altra finestra che illumina la navata è sormontata da un affresco raffigurante una Madonna con Bambino sostenuti da una nuvola. Internamente l’edificio è a navata unica a pianta rettangolare, con pareti lisce interrotte dal cornicione che segue tutto il perimetro. La volta a botte è raccordata da lunette laterali. Il presbiterio rialzato di un gradino è più stretto della navata ed è coperto con volta a due lunette. In quella di destra è inserita una finestra a semicerchio. Il cartiglio sull’arco contiene la scritta “Sancta Maria succurre miseris”- “Santa Maria, soccorri i miseri”.
Situata nell’antico borgo di Belfiore, la chiesa presenta una facciata rivolta a sud, scandita orizzontalmente da due eleganti cordoli sagomati e sormontata da un timpano triangolare. Al centro si apre l’ingresso, incorniciato in pietra e affiancato da due finestre, anch’esse con contorni in pietra e protette da inferriate. Sopra il portale si trova una terza finestra, posta in asse con l’ingresso, che contribuisce a illuminare la navata. L’interno è composto da un’unica navata, coperta da volte a botte ribassata, con pareti lisce concluse da un cornicione non praticabile. Il presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al piano della navata, è incorniciato da lesene che sorreggono l’arco trionfale. Una porta sulla parete destra della navata conduce alla sagrestia. Sul lato sinistro dell’edificio si erge un piccolo campanile, accessibile esclusivamente dall’esterno.
Le origini della chiesa parrocchiale di Branzi, dedicata a San Bartolomeo si perdono nel tempo. Sorta sul cuneo di roccia posto tra le valli che, scendendo da Carona e Valleve, incidono i due rami del fiume Brembo, fu eretta in posizione dominante. L’acqua del fiume che scendeva da Carona arrivava ai piedi della roccia, tanto che la piena del 1832 minacciò di travolgerla. Vennero quindi innalzati alti muri a difesa, su progetto dell’agronomo Giacomo Pasquinelli di Zogno. L’edificio era ed è tuttora intitolato al figlio di Tolomeo, nei Vangeli chiamato Natanaele e la sua festa cade il 24 agosto. Sul sagrato, lo sguardo è attirato dal grande affresco sulla parete laterale di un’abitazione ad angolo con la canonica, che raffigura l’Apocalisse di San Giovanni.